La Basilicata è una delle regioni più belle d’Italia, ricca di tradizioni. 

In Basilicata si ha la possibilità di ammirare panorami naturali meravigliosi, ma é anche ricca di storia. A rendere ancor più interessante il territorio lucano è la forte tradizione popolare, che creano un’atmosfera unica con le famose leggende.

Che cosa sono le leggende?

Le leggende sono dei racconti di argomenti, religioso o eroico, in cui fatti e personaggi, quando non siano immaginari, risultano amplificati e alterati dalla fantasia e dalla tradizione.

 

La Madonnina di terracotta

leggenda

In una splendida valle della Lucania viveva una madre con una figlia e un figlio in una casetta misera.

La madre era paralitica, la figlia Gigia di vent’anni oziava tutto il giorno e il fratellino  Pietro si alzava presto per andare a lavorare.

Le giornate erano tutte uguali e la madre cercava di far lavorare la figlia ma non c’era verso, lei non ne voleva sapere.

Su una mensola c’era una Madonnina di terracotta, una statuetta bianca e azzurra con le mani giunte e un dolce sorriso di pietà.

Una sera Pietro non tornò a casa e Gigia lo cercò per tutta la notte chiamandolo, mentre la madre la implorava di restare a casa con lei a pregare la Madonnina.

Il giorno seguente, Gigia disse alla madre che andava nel bosco a cercare qualcosa da mangiare. La povera donna si sentiva morire e così pregò la Madonnina di farle vedere i suoi figli.

La Madonnina d’un tratto apparve, dandole conforto. La donna pregò la Madonnina di soccorrere i suoi figli

Il giorno dopo i figli arrivarono sani e salvi. Pietro raccontò che era stato assalito da due lupi ma riuscì a salvarsi. Egli vide Gigia e i lupi andare verso casa loro.

I lupi arrivarono davanti l’uscio di casa e scapparono via improvvisamente. La madre raccontò della Madonnina, che  si trovava su un altro scaffale, e i due fratelli si inginocchiarono davanti alla statua e la ringraziarono per tutto.

Gigia promise che avrebbe iniziato a lavorare e la madre disse che l’avrebbe aiutata. La donna, un attimo prima paralitica, iniziò a muoversi dopo tanto tempo.

 

Elena degli Angeli

leggenda

Si narra che la bellissima Elena degli Angeli, moglie di Manfredi di Svevia, vaga ancora nei dintorni del suggestivo Castello di Lagopesole, assumendo le sembianze di uno spirito irrequieto.

Il suo vero nome era Elena Ducas, moglie di Manfredi, figlio del grande Federico II di Svevia.  Il Castello di Lagopesole è stato luogo in cui la donna ha trascorso momenti di pura felicità circondata dall’amore dei suoi cari, ma che è stato anche il luogo che ha segnato in modo negativo la sua esistenza. Infatti, Elena fu imprigionata nel suo castello.

La leggenda di Elena degli Angeli narra che, quando la luce del sole al tramonto tinge di rosso le torri del castello, è possibile udire uno struggente pianto. E’ possibile scorgere un’ombra che vaga inconsolabile per le stanze del castello. È il fantasma di Elena.

Il suo spirito ancora vaga alla ricerca dei tanto amati figli e dell’adorato marito.

La leggenda narra che anche lo spirito di Manfredi si aggiri nelle campagne di Lagopesole, proprio vicino al Castello, con indosso un mantello verde e in groppa ad un elegante cavallo bianco. Entrambi gli spiriti si cercano, ma nessuno sa se i due amanti riusciranno a ricongiungersi, ovvero se son destinati a cercarsi per l’eternità.

 

La leggenda di “Palazzo Ammicc”

leggende

 

La leggenda narra di una ricca famiglia che abitava in un elegante e grande palazzo situato nel cuore di Bernalda. Il palazzo era abitato anche da altre famiglie, le quali si occupavano di coltivare i terreni del proprietario dell’edificio, il quale in cambio li ospitava negli appartamenti del suo grande palazzo.

Prima di morire, il proprietario nascose tutto il suo oro, un vero e proprio tesoro, in un posto segreto dello stesso palazzo. La leggenda narra che, per trovare questo grande tesoro, era necessario uccidere un bambino non ancora battezzato.

Un giorno, una zingara, la quale era venuta a conoscenza della presenza del tesoro, si intrufolò nel palazzo.

Non trovando il tesoro, la zingara rapì la figlia più piccola della ricca signora e scomparve.

Dopo molti anni, nei pressi di Bernalda si accamparono degli zingari, e tra essi vi era la figlia della ricca signora.

Le campane del paese cominciarono a suonare a lutto e la ragazza chiese per chi stessero suonando. Gli zingari le dissero la verità: la ricca signora, era morta.

La ragazza andò in paese per avere maggiori informazioni in merito alla donna morta.

La ragazza si avvicinò alla bara e sussurrò in dialetto queste parole: signora mia, tu eri il tralcio ed io l’uva, di denaro ne avevi senza misura, ma non hai saputo indovinare la mia ventura”.

I fratelli  ascoltarono e capirono che si trattava della sorellina rapita tantissimi anni fa e la supplicarono di restare con loro, ma ella decise di tornare con gli zingari. Uno dei fratelli, sentitosi tradito, sparò alla sorella mentre si stava allontanando. Questo per “liberarla” dagli zingari che l’avevano rapita.

Oggi a Palazzo Ammicc c’è una finestra murata  e la leggenda dice che lo spirito della signora è dietro questa finestra, in attesa del ritorno della figlia.

 

Il monachicchio

leggende

In tutta la Basilicata regna la leggenda delle leggende, quella del “monachicchio” (il nome cambia a seconda dei diversi dialetti in Basilicata).

La leggenda ha per protagonista lo spirito di un bambino morto prima di ricevere il battesimo. Lo spiritello appare ad altri bambini come lui, con i quali ama giocare e divertirsi in modo spensierato.

Il gioco che il monachicchio proponeva ad ogni bambino prevedeva il rincorrersi.

Chi riusciva a prendere il cappello allo spiritello, poteva raccogliere le tantissime monete d’oro che dal suo cappello cadevano in terra, con un particolarissimo tintinnio.

Il monachicchio si manifesta nelle ore diurne e non ha alcuna intenzione di intimorire nessuno, ma desidera solo giocare con altri bambini.

 

La leggenda di Isabella Morra

leggende

In provincia di Matera, nei pressi del Castello di Valsinni, appare un misterioso fantasma. Il castello si trova sulla bellissima valle del fiume Sinni e neanche le sue spesse mura riescono a contenere il lamento di Isabella Morra, una fanciulla morta a soli 26 anni.

La situazione della famiglia di Isabella non era delle migliori: il padre, il barone Giovanni Michele Morra fu costretto all’esilio, mentre la moglie rimase nel castello, dove a farle compagnia vi era la giovanissima Isabella. La madre soffriva di pesanti crisi di nervi.

All’età di 23 anni, la fanciulla Isabella conobbe il cavaliere Diego Sandoval De Castro, di origine spagnola e nemico della famiglia Morra.

La rivalità delle due famiglie non interessavano ai due giovani, che iniziarono una fitta corrispondenza letteraria.

La loro relazione fu scoperta dai fratelli di Isabella, che decisero di vendicarsi. Sia Isabella che Diego Sandoval furono pugnalati.

Non é ancora stato trovato il corpo della giovane donna ecco perché il suo fantasma vaga ancora oggi per le stanze del castello.

Ad un’ora dal Castello é situato il Ristorante Cazzanedda, con cucina tipica della Basilicata.